Posso denunciare chi mi offende? | avv. Angelo Greco
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Si può denunciare una persona che ti offende? L’ingiuria è ancora reato? Cosa succede a chi minaccia una persona come reazione a degli insulti?
Una persona ti ha insultato. Il suo tono era rabbioso e provocatorio. Per tutta risposta gli hai detto che lo avresti denunciato. Non è servito a niente:
nonostante ciò ha continuato ricoprirti di parolacce e offese. Nero dalla rabbia, lo hai minacciato di fargliela pagare. A quel punto è stato lui a dirti che si sarebbe rivolto alla polizia. Chi di voi ha ragione? Stai a sentire quello che sto per dirti perché la risposta non è così banale come potresti pensare a prima vista.
Ti sei mai chiesto se puoi denunciare una persona che ti oltraggia e ingiuria? Cosa si rischia a insultare e offendere? Si può reagire, magari con un’altra
offesa? E’ ciò che voglio spiegarti in questo video.
Un tempo potevi denunciare chi ti offendeva. Le offese infatti ricadevano nel reato di ingiuria. La conseguenza era abbastanza dirompente: come tutti i
crimini, sarebbe bastata la semplice dichiarazione della vittima per infliggere una condanna penale all’imputato. Questo perché nel processo penale, chi
denuncia può testimoniare, chi viene denunciato invece no. Insomma, in assenza di testimoni vince la vittima. Del resto, se non fosse così, non si
potrebbero punire numerosi reati che si consumano in luoghi appartati come la violenza sessuale, il racket, la concussione.
Nel 2016, però, l’ingiuria è stata depenalizzata. Oggi insultare una persona non è più reato ma un semplice illecito civile. Risultato: non si può più
denunciare e, al posto di andare dalla polizia o dai carabinieri, bisogna pagare un avvocato e intraprendere una causa di risarcimento danni contro il
colpevole. Risarcimento che è tutt'altro che scontato per due ragioni.
Innanzitutto perché nel processo civile, l’attore - ossia chi inizia il giudizio - non può essere testimone come invece, in quello penale, può essere la parte
lesa. Quindi, in assenza di prove dell’episodio (ad esempio, testimoni che abbiano ascoltato la discussione o una registrazione audio/video), non puoi far
valere il tuo diritto.
In secondo luogo perché nel processo civile il danno va sempre dimostrato. Anche se è documentata la commissione dell’illecito, in assenza di una
lesione concreta all’immagine, la domanda viene rigettata. Ed è certo difficile dimostrare che un vaffa... abbia determinato un così
grave danno da giustificare tutti i costi della causa (dalla parcella dell’avvocato alle varie tasse della giustizia italiana).
Ecco che allora le ingiurie non sono state solo depenalizzate, ma sono divenute di fatto non punibili.
Se tuttavia si dovesse giungere al processo e alla condanna del colpevole, il giudice, oltre al risarcimento, gli deve infliggere una sanzione amministrativa
da 200 a 12mila euro.
Replicare a una offesa è lecito solo se la reazione è un’altra offesa ossia un’ingiuria o la diffamazione. Così, se una persona ti ricopre di insulti tu puoi
fare altrettanto oppure puoi andare a sparlare di lei agli altri senza perciò essere ritenuto responsabile. La tua infatti è una comprensibile reazione che non
può essere punita neanche nel caso di diffamazione. Certo, non deve essere una ritorsione meditata, ma un comportamento dettato dalla rabbia del
momento: ecco perché non deve passare molto tempo dal fattaccio.
Ma attenzione: la legge non ti consente di passare alle mani, ad esempio prendendo a pugni l’offensore o di minacciarlo. Le lesioni o la minaccia infatti
restano reati anche se provocati da una offesa subìta nell’immediatezza.
Così, se dovessi dire al tuo rivale «Ora non sai che ti faccio» passeresti dalla parte della ragione a quella del torto e, pur non potendolo denunciare per
l’ingiuria, verresti invece denunciato per minaccia.
Dire però «Ti denuncio», oppure «Ti trascino in tribunale» non è considerato reato perché si tratta solo dell’esercizio dei tuoi diritti.
Insomma, stai attento a ciò che dici o che fai da oggi in poi quando qualcuno ti provocherà con delle offese perché la possibilità di ricorrere alla giustizia
è tutt’altro che scontata.
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Questa è la legge, Serie 4, Ep. 108, Angelo Greco | Posso denunciare chi mi offende?
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ANGELO GRECO, Avvocato, direttore di La Legge per Tutti
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nonostante ciò ha continuato ricoprirti di parolacce e offese. Nero dalla rabbia, lo hai minacciato di fargliela pagare. A quel punto è stato lui a dirti che si sarebbe rivolto alla polizia. Chi di voi ha ragione? Stai a sentire quello che sto per dirti perché la risposta non è così banale come potresti pensare a prima vista.
Ti sei mai chiesto se puoi denunciare una persona che ti oltraggia e ingiuria? Cosa si rischia a insultare e offendere? Si può reagire, magari con un’altra
offesa? E’ ciò che voglio spiegarti in questo video.
Un tempo potevi denunciare chi ti offendeva. Le offese infatti ricadevano nel reato di ingiuria. La conseguenza era abbastanza dirompente: come tutti i
crimini, sarebbe bastata la semplice dichiarazione della vittima per infliggere una condanna penale all’imputato. Questo perché nel processo penale, chi
denuncia può testimoniare, chi viene denunciato invece no. Insomma, in assenza di testimoni vince la vittima. Del resto, se non fosse così, non si
potrebbero punire numerosi reati che si consumano in luoghi appartati come la violenza sessuale, il racket, la concussione.
Nel 2016, però, l’ingiuria è stata depenalizzata. Oggi insultare una persona non è più reato ma un semplice illecito civile. Risultato: non si può più
denunciare e, al posto di andare dalla polizia o dai carabinieri, bisogna pagare un avvocato e intraprendere una causa di risarcimento danni contro il
colpevole. Risarcimento che è tutt'altro che scontato per due ragioni.
Innanzitutto perché nel processo civile, l’attore - ossia chi inizia il giudizio - non può essere testimone come invece, in quello penale, può essere la parte
lesa. Quindi, in assenza di prove dell’episodio (ad esempio, testimoni che abbiano ascoltato la discussione o una registrazione audio/video), non puoi far
valere il tuo diritto.
In secondo luogo perché nel processo civile il danno va sempre dimostrato. Anche se è documentata la commissione dell’illecito, in assenza di una
lesione concreta all’immagine, la domanda viene rigettata. Ed è certo difficile dimostrare che un vaffa... abbia determinato un così
grave danno da giustificare tutti i costi della causa (dalla parcella dell’avvocato alle varie tasse della giustizia italiana).
Ecco che allora le ingiurie non sono state solo depenalizzate, ma sono divenute di fatto non punibili.
Se tuttavia si dovesse giungere al processo e alla condanna del colpevole, il giudice, oltre al risarcimento, gli deve infliggere una sanzione amministrativa
da 200 a 12mila euro.
Replicare a una offesa è lecito solo se la reazione è un’altra offesa ossia un’ingiuria o la diffamazione. Così, se una persona ti ricopre di insulti tu puoi
fare altrettanto oppure puoi andare a sparlare di lei agli altri senza perciò essere ritenuto responsabile. La tua infatti è una comprensibile reazione che non
può essere punita neanche nel caso di diffamazione. Certo, non deve essere una ritorsione meditata, ma un comportamento dettato dalla rabbia del
momento: ecco perché non deve passare molto tempo dal fattaccio.
Ma attenzione: la legge non ti consente di passare alle mani, ad esempio prendendo a pugni l’offensore o di minacciarlo. Le lesioni o la minaccia infatti
restano reati anche se provocati da una offesa subìta nell’immediatezza.
Così, se dovessi dire al tuo rivale «Ora non sai che ti faccio» passeresti dalla parte della ragione a quella del torto e, pur non potendolo denunciare per
l’ingiuria, verresti invece denunciato per minaccia.
Dire però «Ti denuncio», oppure «Ti trascino in tribunale» non è considerato reato perché si tratta solo dell’esercizio dei tuoi diritti.
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ANGELO GRECO, Avvocato, direttore di La Legge per Tutti
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